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CAPPELLA DI SAN VITO

Frazione Piazzette

Edificata nel XVIII secolo, probabilmente su una struttura preesistente, la cappella ospita una delle tre rappresentazioni sindoniche di Usseglio: sull’altare è fissato un dipinto su lamina metallica ovale, in cui il Sacro Lino è sorretto in alto da tre angeli, mentre in basso sono inginocchiati San Carlo Borromeo, a sinistra, e San Francesco di Sales, a destra. Le altre raffigurazioni sindoniche sono due litografie custodite nella cappella di San Rocco, in frazione Chiaberto, e rappresentano l’ostensione del 1898.

Sulla facciata della cappella di S. Vito, a fianco del portone d’ingresso, è collocata un’ara votiva dedicata a Giove da un militare romano al momento del proprio congedo, come si deduce dall’iscrizione.
Rinvenuta nel 1850 sul vecchio percorso tra Lemie e Usseglio, nel luogo dove aveva sede la chiesa benedettina di San Desiderio, e successivamente infissa su un muro della cappella, l’ara dedicata a Giove costituisce, per il contenuto sociale dell’iscrizione che reca, un importante documento dell’acculturazione romana sulle Alpi Graie alla fine del primo secolo dopo Cristo. Il dedicatore Castus, Vecati filius (Casto, figlio di Vecato), forse cinquantenne, dopo aver servito l’esercito per ventisei anni, scioglieva con essa un voto.
Castro apparteneva a una comunità alpina abbastanza evoluta, perché luogo di tappa attrezzata e sede di guarnigione con ufficiali: secondo Carlo Promis “indiscutibilmente il veterano era un montanaro dotato di dignità, d’istruzione e di gusto”.

Santo patrone 15 giugno